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09/11/2025

Rubrica "Black Metal Report" - Flash di febbraio 1993

La rubrica estrema che, rispecchiando i tempi, in quel periodo veniva a volte rinominata "black" (dal "death" originario e solito) e trattando la sempre crescente scena e uscite di quel genere; soprattutto, come al solito, demo/promo di gruppi nuovi o comunque ancora giovani, anticipazioni sui prossimi debutti ufficiali completi, segnalazione di riviste/fanzine varie ecc., solo tutto virato al black e dintorni appunto. Ora non ricordo senza controllare, ma dall'impostazione e cose scritte nel pezzo, credo che questa fosse proprio la prima volta che compariva lo spazio a nome "black".

Nick Curri.


 

05/11/2025

Recensione live: Nuclear Assault + Depressive Age - Flash di giugno 1993

Stefano Manzone.


 

Editoriale - Flash di gennaio 1995

Ci credo che molti richiesero la annunciata lista, un tempo chiunque voleva sapere la verità (per sputtanare magari poi a sua volta come e quanto voleva la gente disonesta, ridicola, patetica, ipocrita ecc., smettere - se lo facevano già - o non iniziare a comprare certe testate), "smascherare" i poveretti nell'ambiente e capire di chi potevano fidarsi e di chi no, nella stampa di settore e non solo. Del resto allora c'erano una marea di lettori veri, indipendenti, appassionati "normali" senza interessi, non suonando in alcuna band (o in quelle davvero valide che non avevano bisogno di sotterfugi per farsi notare, o anche in quelle scarse o mediocri che rifiutavano lo stesso certi comportamenti, sotterfugi e ipocrisie), non avendo etichette o agenzie di promozione o live di alcun tipo, né locali o altro, non dovendo quindi rendere conto a nessuno, e non essendoci del resto il web e i social dove appagare il proprio ego "leccando" chiunque per avere le contro-leccate dagli interessati e sentirsi grandi recensori/critici e blabla.

Comunque non avrebbe in realtà rischiato nulla direi, anche se avesse risposto mandando quelle liste coi nomi delle testate "falsarie" a chi le aveva richieste dopo aver letto quel suo editoriale precedente, perché non aveva mai detto che avrebbe pubblicato sulla rivista i nomi, ma appunto che chi volesse saperli poteva mandare una lettera di richiesta allegando un francobollo per la risposta, e l'avrebbe ricevuta, in privato (poi se la mette in pubblico chi la riceve, è responsabilità sua, non di chi l'ha fornita in privato, funziona come le mail e comunicazioni private in generale insomma). Anche se per assurdo fossero poi state fatte delle denunce/querele e lui avesse dovuto risponderne, bastava chiamasse a testimoniare le band di turno o i loro manager o addetti stampa che avrebbero confermato di non aver rilasciato interviste a nessuno (o a nessuna rivista italiana, magari) da tot tempo, e quindi tutte quelle pubblicate da chiunque in tempi più o meno recenti e spacciate come tali e vere, sarebbero state per forza di cose dimostrate come farlocche, inventate dalle riviste stesse di turno. 

Klaus Byron. 

03/11/2025

Veni Domine - Flash di giugno 1997

Non ricordo bene adesso e non è chiarissimo dal testo di questa recensione, ma penso che quella originale fosse stata fatta da un altro collaboratore o dal caporedattore Klaus Byron, anche perché mi pare che il Buti iniziò a scrivere sulla rivista non prima di fine '93 o addirittura prima parte del '94 (il disco uscì in origine nel '92, probabilmente verso la fine dell'anno, per due piccole etichette di "metal cristiano" - una inglese e una americana - e nel '93 per un'etichetta giapponese).

Sandro Buti.

02/11/2025

Children Of Bodom - Flash di gennaio 1998

Marco Petti.

Moahni Moahna - Flash di gennaio 1995

In realtà non sono definibili epic metal (né così simili ai Veni Domine, che non erano comunque a loro volta puro epic metal), ma più come viene in effetti descritto in tutto il resto della recensione, con influenze - sia strumentalmente che riguardo il cantante e le linee vocali relative - Rainbow ma anche Whitesnake, qualcosa dei Deep Purple e altro ancora su quelle coordinate. Quindi un hard rock tra influenze classicheggianti/evocative e radici più blues, il tutto a tratti assai metallico ma nemmeno propriamente metal, a ben vedere (quindi se una cosa non è metal ovviamente non potrà essere nemmeno epic metal, semmai hard epicheggiante appunto, se è il caso).

Pur con influenze nette di Rainbow su tutti, come detto, questo gruppo rielaborava quelle e le altre in modo relativamente personale, molto di più sicuramente di un gruppo (di qualche anno successivo se non erro) di loro connazionali come gli Astral Doors, molto bravi anche loro come musicisti e tutto, ma nettamente più copioni in senso classico, con forse giusto un punto migliore di questi nel fatto di scrivere canzoni più immediate, meno dispersive, ma spessissimo sono appunto prese pari pari dal repertorio di primi Rainbow e Dio. 

Era il debutto completo, per la cronaca, prima avevano fatto solo un demo e un EP. 

Il nome corretto della band è come riportato qui nel titolo del post. 

Klaus Byron.


31/10/2025

Diabolicum, Dreadful Shadows - Flash di novembre 1999

Stefania Renzetti.



 

Eleven Pictures - Flash di novembre 1999

Marco Petti.

Deranged - Flash di ottobre 1999

Alessio Oriani.


 

Anorexia Nervosa, Blo.Torch, Pegazus - Flash di ottobre 1999

In realtà la foto/copertina degli AN a cui si riferiva, dovrebbe essere solo quella usata per il promo (cioè il classico CD provvisorio in confezione di cartoncino che le etichette mandavano un tempo alle riviste in anticipo più o meno netto sull'uscita del disco), e ripresa anche da tutte o quasi le riviste per accompagnare interviste o news sul gruppo al tempo; quella ufficiale definitiva di quel disco di debutto fu poi diversa, anche se magari all'interno del libretto avevano rimesso anche la foto suddetta, non saprei.

Niccolò Carli.


 


29/10/2025

Metallica - Flash di dicembre 1999

Tra le quattro recensioni in evidenza e più lunghe solitamente di tutte le altre, messe - da quando avevano rifatto tutta la grafica della rivista - all'inizio della sezione recensioni (che ora erano sempre interamente nella seconda parte della rivista, dopo tutte le altre cose come interviste, news, articoli ecc.) e fuori dalle classiche divisioni "per generi" tipiche di Flash (anche se al tempo avevano aggiornato qualcosa pure in quelle, tipo, per dirne una, separando thrash/death e black metal che produceva sempre più uscite e si diramava in vari stili e sonorità in quegli anni); e senza voto, mentre in tutte le altre la votazione numerica rimaneva, forse la tolsero del tutto in anni ancora successivi, ora non ricordo bene, devo ancora rispulciare quelle annate più "recenti". Nella prima delle quattro, cioè quella in alto nella pagina di sinistra (delle due occupate da quelle "top" recensioni), come si vede c'era il titolo della sezione, o di tutta la parte delle recensioni in pratica, "Dischronics" appunto.

Niccolò Carli.

Intervista all'agenzia concerti Rock & Dogs (Andrea Pieroni e Roberto Ciucci) - Flash di settembre 1993

Klaus Byron.

Stratovarius - Flash di marzo 1998

Eddy Antonini.

Skyclad - Flash di giugno 1993

Klaus Byron.

28/10/2025

Death - Flash di settembre 1998

Per me il disco relativamente più lineare, immediato, senza troppi "fronzoli" della loro discografia è proprio "Symbolic", da lì il successo enorme e l'apprezzamento anche da parte di tanti "defenders" che fino a quel momento un gruppo come i Death (pur già molto diversi almeno da "Human" compreso, rispetto ai primi dischi) lo avevano ovviamente sempre snobbato, se non deriso/infamato. E anzi, pure gli altri - anche già del periodo tecnico/progressivo - io li trovo più immediati di "Scavenger...".

Il più tecnico, particolare, e nonostante questo perfetto e assai immediato vista la maestria nella scrittura ed esecuzione dei brani, e per me insuperabile come qualità e riuscita generale, è "Individual...". "Scavenger..." è grandioso in tantissime parti, ma nel complesso forse un po' troppo lungo (certi brani potevano essere scorciati, visto che, a seconda dei casi, o ripetono nella seconda metà esattamente la prima o comunque la tirano troppo per le lunghe senza aggiungere poi molto). In ogni caso va detto che in senso proprio - basta chiedere a qualsiasi "vero" deathster, che il recensore suppongo quindi non fosse - non è per nulla "vero death metal", del resto la band non lo era più da almeno un paio di dischi, se non tre, visto che anche "Human" lo era solo in parte. Che poi sia comunque roba ben diversa da quella con violini ecc., o dal death melodico svedese e non e cose del genere, questo è chiaro, ma non rende "vero death metal" quello che in ogni caso non lo è a sua volta.

Larry Jay Biavasky. 

Beherit - Flash di giugno 1993

Maurice Butler.