Alex Veratrini.
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22/10/2025
Rubrica "Cattivi Costumi" - Flash di febbraio 1993
Riguardo certi superalcolici, pare tra l'altro che alcuni, tra cui i Guns', quando facevano finta di tracannare bottiglie intere sul palco in pochissimo tempo, in realtà le avessero riempite di thè (il colore è simile).
Heintz Zaccagnini.
Eddy Antonini - Flash di aprile 1998
A parte i giudizi qualitativi sulla band (o su Eddy come persona/carattere/musicista ecc.), come sempre soggettivi alla fine, va ricordata una cosa oggettiva: se si escludono gli inglesi Bal-Sagoth (che pare avesse ascoltato anche Turilli, per dire), più virati in ogni caso ad uno pseudo-black, la band milanese è stata la prima, e forse non solo in Italia, a pubblicare un disco di power-speed melodico ultra-sinfonico, nel 1997 ma diversi mesi prima del debutto dei Rhapsody, almeno stando alla data riportata su Metal Archives, adesso io sinceramente a memoria non ricordo se fu proprio quella, ma credo di sì (14 aprile). E anzi, il gruppo aveva già pubblicato un EP (o disco completo per alcuni, dura sui 35 minuti), nel '95, anche se non l'ho mai ascoltato quello, quindi non so se fossero già così sinfonici e con l'approccio e stile di "Dragon's Secrets".
E' vero che anche i Rhapsody avevano già fatto dei demo negli anni precedenti al debutto, ma dubito fossero già ultra-sinfonici come poi si presentarono da quel primo disco in poi.
Per la cronaca Klaus recensì con un 100 "Dragon's Secrets", in una rece di quelle principali, lunghe ed in evidenza; ma in quei casi lì era ovvio che contava molto la conoscenza, il fatto che Eddy scrivesse su Flash stesso da anni ecc., sennò sarebbe davvero una valutazione fuori luogo.
Il recensore di "Pissico" (si riferiva alla rivista Psycho! ovviamente) a cui Eddy aveva dato dell'incompetente - suppongo appunto dopo una recensione negativa o proprio stroncatura netta del suddetto disco e/o anche citazioni in rece di altre band come paragone negativo e robe simili - se non ricordo male era Alessandro Ariatti.
Klaus Byron.
21/10/2025
Napalm Death - Flash di novembre 1998
Mah, proprio uguali tra di loro quei dischi non mi sembrano ("simili" non è per forza indice di mancanza di idee o che so io, o gruppo finito, tra l'altro la cosa vale per una miriade di band da sempre e per tutta la discografia, spesso), pur tutti diversi, questo sì, dal grindcore o death metal che avevano fatto prima di "Fear..." del 1994 (e che torneranno a fare in seguito, pur con approccio leggermente diverso, suoni aggiornati al 2000 ecc.); né tantomeno scarsi, anzi, per me sono assai divertenti e piacevoli alla fine: bei groove spesso, ritmiche varie, ben prodotti, insomma godibili direi, anche se diversi appunto dall'estremismo tipico del gruppo. E non mi pare neanche che volessero scopiazzare troppo certe band della nuova generazione, al massimo avevano preso qualche spunto per aggiornarsi un minimo, ma sempre con la loro personalità.
19/10/2025
17/10/2025
Freedom Call - Psycho! di febbraio 2001
Ok per gli altri due nomi citati a fine recensione (per i quali la cosa ha in effetti già meno senso, anche se in qualche modo i Rainbow sono i padri, i precursori - o sicuramente tra i due o tre tali - di ogni forma di power/speed/epic/symphonic metal, in particolare se si parla di quello europeo), ma riguardo i Sonata Arctica, visto che, i primi album soprattutto, erano molto influenzati dagli Stratovarius, non è affatto ridicolo il discorso delle influenze Rainbow - in particolare certi brani, sia del periodo con Dio alla voce che quello successivo con Bonnet prima e Turner dopo, e sia tra quelli veloci che mid-tempo che lenti - che tra l'altro Tolkki ha sempre ammesso senza problemi. Se anche i SA non conoscevano i Rainbow - ma penso proprio di sì - si tratterebbe della tipica influenza "di seconda mano" (o anche terza o quarta, a volte), cioè presa da chi a sua volta era già stato influenzato dalla band X o Y.
E notare questo, come sempre quando si parla di influenze da mostri sacri verso band dal buono in giù fino al pessimo e del tutto inutile in certi casi, non significa certo dire che un Tolkki di turno sia come Blackmore, o nel complesso che le band più giovani influenzate siano a pari livello di creatività, "peso", personalità, importanza in generale nella storia del rock e derivati e via dicendo. Né influenza, anche pesantissima che sia, da una sola band o diverse, significa necessariamente che il gruppo influenzato sia del tutto inutile o senza alcuna personalità, o non sappia rinnovare almeno nel suono e arrangiamenti e altre cose, l'approccio e stile delle band di influenza, dipende da caso a caso ovviamente.
Non mi pare difficile da capire e non vedo il problema nel constatare, come fanno molti da sempre (sia tra chi recensisce anche, che tra appassionati vari) cose oggettive, come il fatto, per dirne solo uno famoso, che "Spotlight Kid" sia un pezzo su cui non solo Tolkki ma anche tanti altri (anche prima dell'uscita o fama e influenza degli Stratovarius sulla scena) hanno basato molti o tutti i loro brani veloci o comunque up-tempo con influenze neoclassiche, melodie solari e immediate e quant'altro.
L'assenza di veri e propri riff è comune in tantissimo power e dintorni dagli anni '90 in avanti, non vale quindi di certo solo per i FC, anche se con loro e altri tocca in effetti i picchi massimi, così come le melodie iper-"happy" ecc., tanto che band come gli Helloween al confronto sembrano un gruppo thrash, per non parlare di quelli di power-speed ancor più coriaceo e ruvido (Running Wild, Grave Digger, primi Blind Guardian, Scanner...), per rimanere solo al power di tipo europeo e non scomodare quello USA (per alcuni l'unico vero power metal, mentre quello europeo di oggi o di ieri lo chiamano tutto "speed metal" e basta).
Il giudizio qualitativo sulle singole band rimane chiaramente soggettivo, che si parli di quelle vecchie o di quelle più o meno nuove.
Altra roba opinabile e che dimostra che a questa persona sfuggivano varie cose (oltre a dirne di sacrosante comunque), è pensare che i cosiddetti "defenders" al 100%, puri, che ascoltano solo le band che loro definiscono "true", esistano solo in Italia... ci sono nazioni, in Europa soprattutto, ben più abbondanti di quel tipo di soggetti, da sempre. Che poi solo da noi ci sia certa ignoranza e inciviltà che porta a volte anche a gesti da mentecatti, questo forse è vero, ma altro discorso. E tra l'altro certi atteggiamenti non valgono solo per appassionati di un certo tipo nel campo classico del metal, si possono trovare da sempre anche nei patiti/esclusivi del thrash o del death o altri stili.
Emanuele Biani.
16/10/2025
Gamma Ray - Flash di agosto 1997
Nella parte melodica a cui si riferisce riguardo il pezzo "Shine On", la voce è ovviamente sempre quella di Hansen (abbastanza riconoscibile alla fine come timbro, ad ogni altezza di cantato e interpretazione), nel suo tipico modo a falsetto spinto che aveva già usato e userà di nuovo in frangenti simili. O almeno nel disco definitivo è sua, non ci sono ospiti alla voce solista in alcun brano, se ricordo bene; se in quella cassetta incompleta e ancora non mixata - o parzialmente tale - la cantasse in realtà un altro componente del gruppo o un ospite, non so, ma non penso.
Klaus Byron.
14/10/2025
13/10/2025
Stratovarius - Flash di aprile 1997
Recensione che inaugurò una piccola serie, una manciata appena - nell'arco di circa un anno e mezzo - di valutazioni "ad effetto" oltre il classico massimo di 100, e la più alta, che assegnò solo un'altra volta se ricordo bene ("Nightfall..." dei Blind Guardian, forse).
Klaus Byron.
Editoriale - Metal Shock di dicembre 1995 numero 205
Non ricordo - forse vedrò poi spulciando numeri precedenti, se li ho - i nomi che c'erano a quel live, anche se non è che cambi molto se si tratta di band italiane, o tolte giusto una manciata, riguardo il richiamo medio, oggi come allora. Le etichette, italiote in particolare, mi sa che avevano già iniziato a vendere direttamente ai gruppi il numero di copie che presumibilmente ogni band potrebbe smerciare (ma anche di più magari, tanto al limite rimangono sul groppone al gruppo appunto), cioè acquisto obbligatorio per contratto, quindi mica si preoccupavano di venderle direttamente dai loro mailorder/negozi e andando agli incontri e fiere e concerti reali e quant'altro.
Riguardo il "sacrificio", è una cavolata, una cosa se è una tua passione e ogni volta che ritieni valido l'appuntamento o qualsiasi cosa sia, lo segui, lo supporti, vai, ascolti ecc., perché se una cosa la senti come sacrificio allora forse non è una vera passione ma altro, sarebbe esibizionismo, ipocrisia (tipo far finta di apprezzare tanti o tutti i tuoi colleghi che suonano anche se invece ti fanno sempre o quasi sempre schifo o comunque non interessano davvero, che siano migliori o meno di te, nessuno è auto-critico e col senso della realtà, di solito, mi pare ovvio, sennò avremmo un millesimo o meno dei gruppi in giro ad ogni livello, soprattutto tra quelli che non vivono affatto della loro musica), fare certe cose tanto per farle, mostrare atteggiamenti in realtà finti e via dicendo.
Le strutture di qualsiasi tipo, anche all'estero, senza pubblico non potrebbero fare nulla o solo una volta, quindi evidentemente al di là delle solite stronzate e frasi fatte "nazionaliste" del tizio, all'estero la gente va da sempre anche a sentire gruppi underground, chissà perché... altro che "pattume" diffuso, un gruppo preso a caso a qualsiasi livello all'estero e uno italiano, fatti incidere entrambi un disco e buttati su un palco, al 99% il gruppo estero cancella l'italiano senza sforzo per ogni aspetto (attitudine, tecnica, tenuta di palco, serietà/professionalità, senso della realtà e poca o nulla presunzione ecc.). Tra l'altro, lui stesso non dà certo la colpa del flop alla struttura in sé, se intendeva proprio i locali vari nel finale del pezzo, e non si vede come potrebbe esserlo del resto (almeno finché è decente, e in ogni caso tutti quelli che non ci fossero mai stati prima, sarebbero andati lo stesso, al limite non sarebbero tornati in seguito, se avessero ritenuto schifoso o comunque insufficiente il posto/gestione/acustica/palco).
Comunque, in breve, a proposito dello scrivente (e organizzatore o co-tale di quella cosa, sembrava di capire), possiamo dire che nell'articolo a cui si riferiva Klaus Byron nel suo pezzo già postato qui, il Della Cioppa sognava, mentre successivamente scopriva la realtà. Non per questo si è mai "arreso", ancora oggi è di quelli che sostiene che i gruppi italiani hard rock/metal sarebbero mediamente validi come quelli esteri se non di più, e che non avrebbero quasi mai successo vero - ma spesso neanche di nicchia o ultra-nicchia - per sfortune varie, per cause sempre esterne, perché il pubblico cattivo sarebbe "esterofilo" a prescindere e blablabla, pubblico che per fortuna per gran parte non abbocca (tantomeno da quando si può ascoltare tutto prima a sbafo sul web) a tutte le "leccate" continue a tutti o quasi che quelli come lui e tantissimi altri - quasi tutti gli italiani "recensenti" in giro anzi, oltre a poveretti vari "non-recensenti", amici dei gruppi stessi, parenti, fidanzate ecc. - producono dalla notte dei tempi.
Gianni Della Cioppa.



































